Lucia è madre single di una ragazzina, Rosa, avuta giovanissima, fa la geometra ed è sempre a corto di soldi. Il sindaco del paese in cui vive, Paolo, le offre un lavoro: fare la visura catastale di un vasto terreno sul quale un ricco imprenditore vuole costruire un complesso immobiliare. Nonostante l’occasione sia ghiotta per rimpinguare le sue magre entrate, Lucia, che è una professionista seria e puntigliosa, trova nel corso dei rilevamenti un sacco di irregolarità. E, soprattutto, comincia ad avere delle strane allucinazioni, delle visioni e apparizioni inquietanti.
Il meraviglioso paesaggio della Tuscia viterbese, acri e acri di terra coperti da un manto verde, fa da sfondo a una vicenda singolare, pervasa da inquietudini, premonizioni e afflati misteriosi. Anche se nel film di Gianni Zanasi non c’è nulla di mistico, anzi, sia l’Apparizione che le preoccupazioni di Lucia sono molto terrene e legate alla vita piuttosto che all’aldilà o al regno dei cieli. Con dialoghi scoppiettanti, quelli sì surreali, e situazioni paradossali, la storia si snoda in un crescendo di avvenimenti che mano a mano diventano sempre più esplosivi. I protagonisti principali sono tre donne: Lucia, sua figlia Rosa e la “Visione”, anche se la bizzarra pellicola firmata dal regista modenese non è necessariamente un film femminista, piuttosto la conferma che le intuizioni delle donne sono spesso più valide rispetto a quelle degli uomini. Tant’è che i personaggi maschili, pur interpretati da bravissimi attori, Giuseppe Battiston (il sindaco), Elio Germani (l’ex-convivente) e Thomas Trabacchi (l’imprenditore) risultano figure deboli e opache. Tutt’altro che opaca è invece la luce che investe i campi color smeraldo colpiti dal sole, che si estendono a perdita d’occhio fino a congiungersi, all’orizzonte, col blu brillante del cielo. Lucia è Alba Rohrwacher, sempre più brava e più bella, in autentico stato di “grazia”; la giovane Rosa è interpretata dall’esordiente Rosa Vannucci e la “Visione” ha il viso stupendo di Hadas Yaron.
Presentato al Festival di Cannes, “Troppa grazia” è un film fuori dall’ordinario, che si sottrae con umorismo ed eleganza a certe ovvietà e stereotipi della commedia italiana, e in cui, molto realisticamente, si aspira a costruire un mondo migliore, perfino a credere che talvolta i miracoli possano accadere.
Presentato al Festival di Cannes, “Troppa grazia” è un film fuori dall’ordinario, che si sottrae con umorismo ed eleganza a certe ovvietà e stereotipi della commedia italiana, e in cui, molto realisticamente, si aspira a costruire un mondo migliore, perfino a credere che talvolta i miracoli possano accadere.
Troppa grazia di Gianni Zanasi – Italia/Spagna/Grecia 2018