Tutte le cover di My favorite things

 

Gocce di pioggia sulle rose, baffetti sul gattino… a prima vista sembrerebbe una di quelle canzoncine leggere che non lasciano segni. Ma le oltre 600 versioni, 45 solo di John Coltrane, testimoniano il contrario. Cantata per la prima volta a Broadway nel 1959 da Mary Martin, nel musical The Sound of Music è diventata uno degli standard più eseguiti nella storia del jazz.
«Molti pensano sbagliando che sia una mia composizione; vorrei tanto averla scritta io, ma è di Rodgers e Hammerstein», disse una volta Coltrane.  L’incisione del 21 ottobre 1960 alla Atlantic record è considerata una pietra miliare, 14 minuti di stupefacente creatività in cui il sax soprano dialoga con i pattern ripetitivi del piano e del contrabbasso su una struttura modale caratterizzata da due soli accordi, mi maggiore e mi minore. Quando il cane morde, quando l’ape punge, quando mi sento triste, non ho che da ricordarmi delle mie cose preferite, e allora non mi sento così male. Julie Andrews, che la portò al successo internazionale nel film Tutti insieme appassionatamente, la cantava ai bambini nel contesto di una storia drammatica.
Il messaggio è semplice e chiaro: le cose che amiamo, aiutano a superare i momenti difficili. Tre minuti di musica rassicurante e gioiosa. Le ultime versioni di Coltrane invece superano i trenta minuti, le note si rincorrono dolenti e rabbiose in un labirinto che sembra non avere vie di fuga. Ma all’improvviso ricompare la melodia, stravolta, alterata, distorta, confusa e conduce alle sue, alle nostre favorite things.

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