In principio furono un frigorifero e un’attrice trentatreenne, Christina Ricci, precocissima diva della Famiglia Addams. Finita in un cono d’ombra, per ritrovare la celebrità perduta si è immortalata prima con il deretano nell’oblò di una lavatrice, poi ripiegata fra yogurt e cibi light in un frigorifero lillipuziano – non per lei, orgogliosa petite di 1,55 m sull’orlo dell’anoressia. Due piccioni con uno scatto: rilanciare se stessa e dar vita al fratello scemo, e più scemo, del #selfie.
Sebbene mi ostini a chiamarlo autoscatto, il #selfie è esploso a livello planetario, figliando una pletora di hashtag sottospecie. Eppure, pare già sul viale del tramonto, scalzato dall’#usie: foto di gruppo spesso valorizzate da una celebrità, Justin Bieber o papa Francesco, secondo i gusti. Salutato da alcuni esperti come benefico passaggio dalla solitudine da obiettivo alla dimensione sociale, per altri non è che un #selfie, travestito, ma sempre individualista e narciso, fatto con il braccio protesizzato di smartphone.
Al momento sul trono campeggia il #riccing (o #riccingonlive), ultima provvisoria frontiera per portatori insani di ego ipertrofico, ansiosi di esibire fisici esilissimi, palestrati, siliconati, e doti da contorsionisti degne dell’amante spagnola del Mascetti, invaligiata e spedita su un autobus dagli “Amici” suoi. Sui nostrani Twitter e Instagram la moda ha attecchito con prontezza, anche se inquieta alquanto che non sia ancora pervenuta Flavia Vento. Ogni pertugio è buono: elettrodomestici, scaffali, dispense, bagagliai, pneumatici, barili, armadi e sottoletto cari ai fedifraghi da pochade. In una vasca standard si spalmano tre Maye desnude dalla duck face, e il tabù del cassonetto è già stato violato. La febbre dilaga guadagnando terreno: spuntano pargoli in cappelliere, cassetti, ceste della biancheria, gatti nel microonde ─ aperto, finora ─, botoli nella sporta e nella cassetta delle lettere e mini cani che occhieggiano dal beauty-case. Che cosa non si fa (cosa si potrà ancor fare?) in nome della totale estroflessione del sé e della smania della performance, del l’ho fatto, e postato, quindi esisto, che Jean Baudrillard aveva saputo prevedere teorizzando la società simulacro?