TUTTOLOGIA

Qualche giorno fa sono andata dal panettiere. E’ un uomo che parla poco, e quando non ne hai voglia ti parla lui. Fa sempre il contrario di quello che ti aspetti. Oggi era proprio uno di quei giorni in cui non sapevo cosa dirgli così ho tirato fuori l’asso nella manica dei parlatori pigri, il meteo. Gli ho chiesto Che dici, oggi pioverà? Mi ha fissato per qualche secondo, con il naso sporco di farina, i radi capelli intrappolati nella cuffietta bianca. Credevo non avrebbe risposto nulla, come fa nei suoi giorni no, quando l’unica presenza che sopporta è quella dei panini adagiati dentro le ceste. Invece mi ha dato una risposta che ancora mi lievita dentro da giorni.
Ti sembro per caso un meteorologo? No, ho risposto, tu fai il pane. Appunto. Quanto fa? Un euro e quarantacinque centesimi. Gli ho mollato cinque euro sopra al bancone senza aspettare che mi desse il resto.
Ho percorso la strada che mi separava da casa contando le mattonelle e facendo cura di non incrociare lo sguardo di nessuno per non mostrare il mio volto semaforico. Dentro di me era scattato il rosso. Rosso perché in quella verità svelata davanti a uno sfilatino ci ho visto tutto il materiale con il quale è impastato questo mondo, frottole e cazzate.
Non ne trovi uno che dica Non sono un tuttologo, questa non la so, rivolgiti ad altri. Tranne il panettiere. Ho capito finalmente, e ora lo so per certo e lo stimo ancor più per questo, perché tante volte quell’uomo sta zitto.

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