Vi hanno mai rubato una macchina? A me sì. Era una vecchia Y10 color amaranto che non avrebbe mai smesso di servirmi fedelmente, se il destino non avesse messo un ladro sulla nostra strada.
Una profonda ingiustizia ci ha divise per sempre. Se penso che la mia cara Ypsila non tornerà mai più, mi viene da piangere. È proprio vero che ti rendi conto del valore delle cose quando le perdi. Non avrei mai pensato di poter provare un simile dispiacere per quel curioso ammasso di ferraglia.
Ripenso ai chilometri percorsi insieme e al modo in cui il sole d’agosto la faceva diventare rovente, e a come con l’arrivo della stagione fredda le basse temperature la trasformavano in una cella frigorifera, scacciando via ogni velleità di sonnolenza. Ripenso anche alle canzoni che cantavo a squarciagola per sopperire alla mancanza della radio. Erano ogni giorno gli stessi ritornelli, ma tanto LEI era così docile e discreta che non si sarebbe mai lamentata, nemmeno se fosse stata in grado di parlare. Ricordo gli amori sbocciati e quelli finiti di cui Ypsila fu testimone. Chi mi riporterà indietro quei ricordi, ora che LEI non c’è?
Cara Ypsila, perdonami per quelle volte in cui mi sono arrabbiata per qualche tuo difetto esploso all’improvviso, proprio quando avresti dovuto portarmi da qualche parte. E per le volte in cui ti ho offesa, o peggio ridicolizzata agli occhi del mondo, quando dicevo che avrei tanto voluto cambiarti. Ora lo ammetto: mi vergognavo di te e delle tue ammaccature, del cruscotto scolorito e dei sedili con la gommapiuma a vista. Ti giuro che se solo potessi tornare indietro non lo farei più.
Ti custodirei e ti lustrerei come fossi una Ferrari. Non è la carrozzeria che fa grande una macchina, ma purtroppo l’ho capito solo ora. Maledico il ladro che ti avrà ormai fatta a pezzi.
Ovunque tu sia, spero possa percorrere pianure e dolci pendii con il vento in poppa e il serbatoio pieno. Per sempre.