New York 25 marzo 2017 – “Umanità accidentale”, così Joe Kennedy III, deputato del Massachusetts, ha definito quella che, ieri, ha spinto i Repubblicani a ritirare la loro proposta di legge sanitaria, ribattezzata Trumpcare, desistendo, contemporaneamente dall’abolire l’Affordable Care Act, meglio conosciuto come Obamacare.
Umanità, perché lasciare la copertura sanitaria – almeno per il momento – ai 24 milioni di americani che, altrimenti, l’avrebbero persa, non può che essere definito come un gesto di grande umanità, prima ancora che di profondo spessore politico. Accidentale, però, perché l’annullamento della votazione non è stato, appunto, scelto come conseguenza di riflessioni sul destino degli americani, ma solo come necessità inevitabile per sottrarsi a una sconfitta alla Camera.
“Mancavano i voti”, questo, il golden boy dell’amministrazione di Trump, Paul Ryan, uno dei politici con meno spina dorsale della storia, è corso a dire al presidente, alla Casa Bianca, poco prima che si decidesse per l’inevitabile ritiro. Eppure, fino a ieri, Trump, con le sue frasi formate da un solo aggettivo o al massimo tre parole, aveva assicurato che i “no decisi” erano diventati dei “si entusiasti”, e solo grazie al suo intervento. Come fosse un esorcista capace di liberare repubblicani posseduti dal demone della giustizia sociale.
Evidentemente l’effetto taumaturgico delle sue parole era durato quanto il suo secondo “Muslim ban”, mai entrato in vigore, perché, nel giorno della votazione attesa per oltre sette anni, mancavano una trentina di voti decisivi. Eppure, compattamente, i repubblicani, avevano votato ben 60 volte, durante la presidenza di Barack Obama, per cancellare l’ACA.
Ora, che avevano maggioranza per farlo e la presidenza, hanno detto “no”. Anzi, nemmeno. Semplicemente hanno fatto dietro front. E se, di tutte le ragioni, l’incompetenza e arroganza di questa amministrazione vince a man bassa, non va trascurata la manciata di repubblicani, così di destra da ritenere la Trumpcare troppo generosa.
Secondo questi era intollerabile che il compitino presentato da Paul Ryan, prevedesse che le assicurazioni coprissero ancora i costi di cose futili come la chemioterapia, l’ospedalizzazione e i controlli preventivi come la mammografia. Nessuna obiezione a che le assicurazioni continuassero a pagare per il costo del Viagra, attualmente già incluso nei farmaci “che passa la mutua”.
E mentre viene il sospetto, che i 60 tentativi per cancellare l’ACA, siano stati fatti negli anni solo per provare a punire Barack Obama, il nero, che dopo decenni di tentativi falliti da parte di repubblicani e democratici di rendere gli USA più civili (fino all’ACA, era l’unico paese industrializzato senza nessuna forma simile a una copertura sanitaria) era riuscito a cambiare la storia, vale la pena ricordare che l’OFA (Organization for Action), legata proprio all’ex presidente, ha organizzato in questi 2 mesi oltre 1000 eventi, 43mila telefonate a membri del congresso e raccolto 800mila firme per sostenere l’Obamacare.
Tanto per ricordare che la “resistenza” non e’ solo quella che si fa con i cortei (che pure sono fondamentali) ma è un’azione persistente e ben organizzata, che usa tantissime forme diverse. E che ieri, ha dimostrato al mondo che non è mai inutile. Anche quando tutto sembra inevitabile.
Diritto alla salute Obamacare Trumpcare