Pamela era in caduta libera, da quando aveva scoperto che Tom la tradiva. Era sempre stata sicura di sé, del suo corpo minuto e attraente, del caschetto di capelli neri, ma ora si sentiva brutta e indegna. Al lavoro non riusciva a concentrarsi, era in ritardo con le consegne dei dati, e Sharon, la collega della scrivania di fronte, se n’era accorta. Vedeva Pam arrivare ogni giorno in ufficio briosa, dinamica. Poi qualcosa si era spento in lei, l’esuberanza giovanile, la presenza di spirito. Sharon era magra e monacale, coi capelli color paglia tirati in crocchia dietro la nuca. Aveva il doppio degli anni di Pamela e sapeva riconoscere i segni della depressione. Si alzò e le chiese: “Posso offrirti un caffè?”
Pamela la seguì al piccolo bar aziendale dove gli impiegati si fermavano per una pausa. Mentre sorseggiavano il caffè sedute a un tavolino, Sharon le chiese: “Ti senti bene? Ti vedo un po’ pallida”. Pam non voleva parlare della sua vita privata. “Ho difficoltà a capire lo spostamento di tendenza da Carter a Reagan, e temo errori nei dati”. L’agenzia demoscopica per cui lavoravano raccoglieva sondaggi prima delle elezioni di novembre, e c’erano stati movimenti di dati contrastanti, che Pam non riusciva a interpretare.
“La tendenza è confermata. Reagan ha fatto coalizione con la Maggioranza Morale, per questo è salito all’improvviso. Sai, il blocco di voti protestanti e cattolici.”
“Contro l’aborto?”
“Sì, ma anche contro il divorzio, le proteste dei neri, delle donne e degli omosessuali. Sta cambiando il vento in America. Hai visto che anche Bob Dylan si è convertito ai Born Again?”
“Ah, sì, ne ho sentito parlare. Ma non era ebreo?”
“Sabato mattina vado a un incontro del gruppo di Bob Dylan. Ti va di andarci con me?”
Pam, colta alla sprovvista, esitò. Non era molto religiosa, ma avrebbe tentato qualsiasi cura per riempire il buco nero che si portava dentro.
Sharon aveva un’enorme auto coi sedili in pelle. Pam sentì l’odore di nuovo appena aperta la pesante portiera. “Che macchina!” le disse, mentre Sharon filava via nel traffico verso Mount Kisco. “È una delle auto di mio marito” rispose. Per un po’ le due donne rimasero in silenzio, incantate dalle foglie gialle e rosse che cadevano dagli alberi alti lungo la strada.
Tuo marito non viene a questi incontri?” chiese Pamela.
“No, lavora anche il sabato, così almeno mi ha detto. Tu hai un ragazzo?”
Pam non riuscì a mentire. “Il mio fidanzato mi tradisce”. Sharon attese in silenzio.
“Oggi i ragazzi vogliono andare subito al dunque, e io gli ho detto di aspettare fino a quando ci sposeremo”. “Hai fatto bene”.
Ma lui mi ha tradito! Ora non me la sento più di sposarlo”.
“Gli uomini sono così, non possiamo farci niente”.
“Come! Che vuoi dire? Tuo marito ti ha tradito?” chiese Pam incredula.
“Un paio di volte, lo ha ammesso. La fede mi aiuta a capire e perdonare. Non intendo rendergli il peccato più facile con un divorzio”.
“Così non sarai libera di rifarti una vita, mentre lui fa quel che gli pare”.
“Pam, il matrimonio è indissolubile. La legge che permette a tutti di divorziare anche senza prova di adulterio è stata un grave errore. Chi si sposa oggi, lo fa con leggerezza, tanto c’è il divorzio consensuale”.
“Se il marito non ti tradisce, ma è violento, devi restare con lui per forza?”
“San Paolo dice: L’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti in ogni cosa”.
“Ma dai, Sharon! Quindi dobbiamo subire e basta?”
“Tu sei troppo giovane, e ti fai influenzare da quelle spudorate femministe, che hanno fatto dilagare il divorzio, e poi l’aborto”.
Pamela si era stancata di controbattere. La posizione di Sharon sul divorzio era assurda, masochista. Dopo gli eccessi della rivoluzione sessuale, anche Pam si era ritirata su posizioni moderate, ma non retrograde. Aveva reagito alla voga del “tutto è permesso” nell’ultimo anno delle superiori, quando gli studenti facevano assemblee oceaniche a scuola, occupazioni delle aule, sit-in nelle strade. Era stato eccitante, essere in tanti, e inarrestabili. Pam era curiosa, si era sentita parte del “nuovo che avanza”. Era contro la guerra nel Vietnam. Chi non lo era? Poi erano iniziati i Giorni della Rabbia, gli attentati dinamitardi dei Weatherman, la lotta armata delle Pantere Nere. Ad uno di quei dibattiti senza fine, in cui gli estremisti volevano imporsi, Pam si era alzata e aveva chiesto: “Dov’è finita la non-violenza? Se vi comportate da fuorilegge, non vi seguirà più nessuno”.
Era stata subissata da fischi e grida. Nessuno aveva risposto alla sua legittima domanda. Solo la ragazza seduta accanto le aveva rivolto la parola, ma con disprezzo: “Perché non leggi Fanon?” Pam si era alzata, aveva preso la borsa e la giacca ed era uscita dall’assemblea infuriata. Non aveva letto il teorico terzomondista dei “Dannati della terra”, e perché avrebbe dovuto? Pam non giustificava la violenza sui civili praticata dai movimenti di liberazione, come le bombe nei caffè, i dirottamenti aerei, la strage di atleti alle Olimpiadi. Le teste calde volevano tutto subito, con ogni mezzo. Era più facile imbracciare un kalashnikov e mettersi in posa da guerriglieri che fare marce di protesta e farsi picchiare dalla polizia. No, grazie.
Arrivarono davanti a un edificio nel centro città. Mentre girava in cerca di un parcheggio, Sharon sussurrava: “Gesù, ti prego, fammi trovare un posto”. Il portone d’ingresso del palazzo era in legno scolpito, con simboli strani: un compasso, una squadra, una stella. All’interno c’era un’ampia sala quadrata, con gli stessi simboli alle pareti e su una specie di altare. Ai lati dell’altare, lunghe panche per gli adepti. Sembrava un tempio massone.
Le panche si riempirono, e arrivò un predicatore vestito di nero. In piedi dietro l’altare, accese un microfono e iniziò a parlare. “Finalmente non dovremo più limitarci alla Chiesa Elettrica, trasmettendo per radio e TV. Potremo pregare apertamente dentro le scuole pubbliche. Avete sentito anche voi il nostro candidato alla Presidenza dire che ha gravi dubbi sull’evoluzionismo, e che la Bibbia contiene le risposte a tutti i problemi del mondo”. Dalle panche si levò un mormorio di approvazione. Pamela si guardò intorno. Non c’erano persone di colore, i fedeli adunati erano tutti rosei e biondi.
“La nostra Radio è diventata l’artiglieria che ha rotto il terreno incolto. È importante bombardare il nemico. Dobbiamo conquistare Gerusalemme per Cristo. La chiesa dovrebbe essere un esercito disciplinato che va all’assalto. I Cristiani, come gli schiavi e i soldati, non fanno domande. Cristo non è effeminato. Non è un capellone, un hippie drogato. Cristo aveva i muscoli, era un fusto!”
Un rauco e rumoroso “Amen!” di voci maschili salì dalle panche. Non vedono Cristo come l’Agnello, pensò Pamela. Anche il suo ragazzo era così aggressivo. E il predicatore che parlava al microfono, più che un pastore, era un montone a guardia delle pecore.
“Viviamo in una nazione del tutto evirata. Gli uomini cristiani devono comportarsi da uomini, subito!”
Pamela provò un misto di paura e soggezione. Era gente pericolosa.
“Oggi abbiamo nuovi adepti fra noi, e celebrerò per loro il battesimo nello Spirito. La prima lettera di Paolo ai Corinzi enumera i doni dello Spirito Santo. Vi riempirò dei suoi doni. Mettetevi in fila davanti a me”.
Mentre i fedeli uscivano dalle panche, Sharon disse a Pam sottovoce: “Vai a metterti in fila, io ti seguo”. “Ma non so cosa fare”, le disse Pam agitata. “Guarda quel che succede, e fallo anche tu”. I primi fedeli erano giunti davanti al predicatore, che li ungeva in fronte e recitava qualcosa. Gli unti barcollavano, emettevano suoni incomprensibili, e cadevano all’indietro svenuti, subito sorretti da due ragazzi robusti. Pam era spaventata e non si decideva a uscire dalla panca. Sharon la spinse. “Starai molto meglio dopo, vedrai”.
Giunta davanti al predicatore, Pam era così sconvolta che non sentì la voce che le chiedeva il nome. Il giovanotto al suo fianco le disse: “Vuol sapere come ti chiami”. “Pamela”. “Allora, Pamela, accetta questo battesimo e lascia che lo Spirito prenda possesso di te e ti dia il dono delle lingue”. Il pastore le fece il segno della croce in fronte con un dito unto. “Ora abbandonati a Lui”. Pamela stava in piedi aspettando di sentire qualcosa, una scarica, un mancamento.
Il pastore si chinò verso di lei e le sussurrò: “Devi fare la tua parte. Dio non può far tutto da solo. Prova a blaterare, come fanno i neonati”. Pamela aprì la bocca, ma aveva la gola strozzata. “Devi lasciarti andare. Non temere di cadere all’indietro. Sarai sorretta”. Pam non capiva. Le stava chiedendo di fingere una trance mistica? Di cadere all’indietro e fingersi fulminata dallo Spirito? I minuti passavano lenti e non si sentiva posseduta, ma inebetita.
Il predicatore, spazientito, e con la lunga coda di persone in attesa di essere fulminate, fece cenno al giovanotto di trascinarla fuori dalla fila. Sharon prese il suo posto davanti al pastore e cominciò subito a blaterare.
Rientrata nella panca, mortificata, Pamela vide arrivare Sharon come Paolo accecato sulla via di Damasco. “Ti ho sentito! Parlavi in lingue!” “No, ti sbagli, non sono riuscita ad aprir bocca”. “È la soggezione della prima volta. Io ho parlato in francese! E non l’ho mai studiato!” Pamela aveva studiato francese ed era certa che l’amica avesse finto un grammelot senza senso, ma non le disse nulla. Aveva paura dello sguardo esaltato dell’amica.
Finiti i battesimi, la cerimonia si concluse, ed uscirono tutti dal tempio verso le proprie auto. Nella strada del ritorno, nessuna delle due parlò. Sharon la portò fin sotto casa e, prima di salutarla, le disse, trattenendola per un braccio: “Ora sarai tentata dal demonio a non tornare più da Gesù”.
Pamela le sorrise senza rispondere, e appena l’auto di lusso sgommò via sulla strada, si accorse che l’oppressione al petto era svanita. Non le importava neppure di Tom. Forse un dio gentile, non palestrato, le aveva fatto la grazia.
NOTA – Le frasi sulla conquista di Gerusalemme (il Congresso di Washington) e sul Cristo muscoloso furono realmente pronunciate dal leader della Maggioranza Morale Jerry Falwell. La frase sulla nazione evirata fu pronunciata dal predicatore Mark Driscoll.
agghiacciante e molto ben scritto – brava @PatriziaTenda
coinvolge e insegna [quanto ho ancora da imparare…] grazie @PatriziaTenda!
👍
un mix equilibrato fra situazioni personali , sentimenti intimi e riferimenti a fatti e personaggi della vita “fuori”. brava