Barbara Giustini, alta, bella, sexy, la testa coronata da una chioma selvaggia, è una giovane chirurga ambiziosa. Decide di entrare a far parte di un istituto oncologico di avanguardia. Reparto di senologia. Una sfida scientifica e umana, che la colpisce e la fa maturare, come donna e come medico.
Il male dentro è un libro semplice e complesso. Profondo. Necessario. Racconta le storie di sani e malati, di sani con paure e malati che guariscono – e delle anime che se ne vanno. Racconta anche le storie dei dottori: che curano i malati, ci si affezionano, o cercano di non legarcisi troppo, che si innamorano fra di loro, che si illudono, cercano di esorcizzare la morte, si ammalano anche loro. I chirurghi non sono potenze soprannaturali, sono esseri umani coi loro sbagli, le loro meschinità, i loro sogni. Con le loro enormi responsabilità, che a volte cercano di scordare gettandosi nei pettegolezzi, nel sesso sfrenato, nella vita e nei suoi piaceri banali. Il cancro però è sempre il protagonista, anche quando non se ne parla.
Si esce dalla lettura del romanzo di Maria Giovanna Luini con qualche sorriso e parecchie lacrime. Con rabbia e con speranza. Cambiati, però, cambiati per sempre. Perché quel reparto è, sì, un mondo a sé, tra dolore e ricerca scientifica d’eccellenza, isolato dalla normale vita di tutti i giorni, ma tocca tutti noi, e ci ricorda con fermezza cosa conta davvero, e cosa no.
Il male dentro,
di MariaGiovanna Luini