Un piccolo gioiello di cinema dal Brasile

Val fa la governante in una grande casa di São Paulo. Pulisce, cucina, apparecchia, sparecchia, pronta a ogni ordine di Donna Barbara e suo marito. Ha cresciuto Fabinho, il figlio della coppia, che ama come fosse suo. Anche lei ha una figlia, Jessica, che non vede però da oltre dieci anni.

L’arrivo della ragazza scompiglia regole e abitudini all’interno della casa e sovverte equilibri che sembravano consolidati.

La brasiliana Anna Muylaert dirige un film che ha quasi l’impianto di una soap opera. Da una parte la grande casa piena di oggetti d’arte, il giardino con piscina, Donna Barbara bistrata e ingioiellata, gli ospiti chiassosi o annoiati; dall’altra Val nella sua stanzetta con le sue dignitose cianfrusaglie, l’abito della domenica, la serata in balera con le amiche. Mondi separati da confini chiaramente tracciati in cui ciascuno deve stare al “suo posto”. È il mantra che ripete Val alla figlia che tenta di allargarli, quei confini, al di là dell’entrata e dell’uscita dalla porta della cucina. Jessica, figlia dei suoi tempi più che di una madre sconosciuta e assente, non ha nessuna intenzione di farsi ingabbiare nello stereotipo servo-padrone.

Ma è dalla telecamera fissa sul volto rubicondo di Val e sui suoi impercettibili cambiamenti di stile e di umore che capiamo quanto il lavoro della Muylaert sia distante dalle soluzioni semplicistiche di una telenovela. Affidando ai dialoghi o ai silenzi eloquenti le dinamiche della vita che scorre all’interno della casa, la regista centra uno dei problemi dei nostri tempi: le tate dei nostri bambini, le badanti dei nostri vecchi lasciano ad altri i loro bambini e i loro vecchi, innescando in tal modo un circolo vizioso dagli effetti devastanti. Jessica non sa niente di sua madre e Val non conosce sua figlia, mentre sa tutto di Fabinho, dei suoi turbamenti adolescenziali e dei segreti che il ragazzo non si sognerebbe di confidare a sua madre.

Alla fine, più che l’esuberanza di Jessica, ti resta nel cuore Val, una donna semplice eppure complessa nel saper ridiscutere le sue convinzioni, capace non solo di amare ciecamente figli suoi e altrui, ma di amare, dopo anni di rinunce e privazioni, anche un po’ se stessa. Una splendida Regina Casé, attrice brasiliana di lungo corso, è Val, per un film che è un piccolo gioiello del cinema.

 

È arrivata mia figlia (Brasile 2015)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto