Un romanzo atteso

Ero poco più che ragazzo. E compravo l’Unità. Da buon appassionato di politica, ovviamente, leggevo cosa succedeva in quel mondo. Eppure la prima cosa che andavo a guardare era “Mangino brioches”, la rubrica di Anna Mallamo. Che, col sorriso sulle labbra, probabilmente era più politica della politica stessa. La quotidianità popolare, verrebbe da dire. Anna ha proseguito a scrivere, e il sottoscritto a leggerla, sulla Gazzetta del Sud, dove è caporedattrice cultura, e sull’Huffington Post.
Tutto ciò per dire che questo romanzo lo attendevo. E non perché l’avesse scritto un’amica, ma perché l’aveva scritto chi, con le parole, ha una dimestichezza rara.
“Col buio me la vedo io” è un libro in cui la scrittura di Mallamo è ancora più coinvolgente, ci sono tutta la sua bravura, la sua ironia, la sua dolcezza, la sua sensibilità.
È la storia di un’età, e di un mondo, che non ha confini. Si è grandi ma piccoli, innocenti ma colpevoli, autonomi ma dipendenti. Tutto si intreccia: colori, odori, sapori, speranze, delusioni.
Lucia vive la sua adolescenza a Reggio Calabria stretta – aggettivo che calza a pennello per chi, su quello stretto tra penisola ed isola, da sempre si affaccia – tra la voglia di scappare e di crescere e quella di restare. Ci sono luoghi e persone, pennellate di vita che senti e vedi mentre stai leggendo quelle parole che Anna cerca con cura. Parole che ti si appiccicano dentro. Così dentro da ritornarti in mente mentre fai altro, e vorresti sapere come va a finire, e vorresti sentire il battito del cuore di Lucia mentre si innamora di Carmine, lui, comunista ma ricco, e lei, che forse comunista lo è di più di lui, tra il suo quotidiano popolare e un’ironica intelligenza che è, quella sì – per davvero – rivoluzionaria.
Giustizia è una parola enorme. È un traguardo cui tendere, indipendentemente dai mezzi e dai fini, persino dai modi.
Fino ad un certo punto, però. Ché, in fondo, la sensibilità è materia per pochi. Strade che si intrecciano, mare e montagna, giusto ed ingiusto , famiglia e famiglie, amore e odio, pazzia e normalità. Non è tutto bianco e nero, spesso è il grigio a circondarci.
Tuttavia l’essenziale è non smettere di vedere. Anche nel buio.

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