Un treno, un nastro, un social network

 

Facebook mi passa davanti, certe volte come un treno, altre come un semplice nastro. 

Spesso mi capita di soffermarmi su una foto, una frase o qualche discussione. I sapori sono diversi, come assaggiare qualcosa che cambia continuamente, difficile da fermare.

Ogni tanto ci provo e rispondo a qualcuno, ma la cosa più interessante è lo scorrere del nastro.

Facce e parole, pianti e risa, volti antichi e commozioni, animali in tutte le occasioni, racconti di intere famiglie attuali e passate.

Storia e geografia, miseria e nobiltà, noia mortale accanto a entusiasmi non trattenuti e nuove volontà. Romanticherie da quattro soldi e stime ricambiate, amori nascosti e odi malcelati.

Tutto quanto tritato negli occhi, che reagiscono ormai all’unisono col cambiamento.

Ci guardiamo continuamente, ci studiamo senza capire, analizziamo senza comprendere e spesso dimentichiamo di avere a che fare con altri esseri umani. Il nostro sentire funziona e stupisce, ancora.

Passano emozioni forti e forti abbracci, inconsapevoli e meravigliati guardiamo noi stessi tutti insieme. Un film lunghissimo che riusciamo a vedere mentre viene girato. Vedi l’Italia per quello che è, azzardi analisi con poche certezze, il nastro ti supera continuamente e capisci la tua piccolezza di fronte al mondo.

Ritrovi certezze in poche cose, immagini sbiadite e senza pudore, ma spesso vitali per ricordarci almeno da dove veniamo.

 

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