Non tutti, certo. Non sempre certo. Se non fosse così torneremmo al cannibalismo. Ma sono troppi, talmente tanti accomunati da un singolo fattore: sono uomini. Di tutte le età, condizione sociale, livello culturale, posizione geografica. Incapaci, inadeguati, senza dialogo, prepotenti, deboli. Impreparati all’amore ma così pieni di sé. Non conoscono le relazioni, conoscono solo le reazioni. A un problema, a un abbandono, a una fine. Incolpano le donne e la loro voglia di dignità e indipendenza perché loro non ce l’hanno. Risolvono il dolore uccidendo, i numeri degli assassini di donne puzzano di sterminio. La mia modesta proposta di fronte alla violenza e alla morte è il loro suicidio. Invece di sterminare mogli, fidanzate, figli e poi, eventualmente, ammazzarsi per sensi di colpa o più probabilmente perché hanno distrutto ciò che li teneva in vita, vengano aiutati a non compiere stragi, e accusare chi li ama della loro colpa, a rivolgere la sete di sangue, botte, coltellate, pistolettate, impiccagioni verso di sé. Risparmino di nascondere cadaveri, seppelliti, bruciati, di donne che si arrogano il semplice diritto di non sceglierli più, tradite e umiliate. Allora, per la salvezza di questo mondo, si eliminino da soli in strutture adeguate che poi seppelliranno e bruceranno i cadaveri in ambienti sterili. Un consultorio alla rovescia che li aiuti a uscire dalla sofferenza della gelosia, del possesso cieco, della violenza rabbiosa in un attimo, senza fare altri danni intorno. Semplice e gratuito.