Il fiume, in quel punto, formava come una vera spiaggia, prima di sassi e poi di sabbia scura e finissima, sotto Waterloo Bridge.
Insomma proprio lì un tizio ridanciano, uno che somigliava all’attore di “School of Rock”, aveva modellato un capolavoro di sabbia: un divano completo, con tanto di cuscino morbidamente appoggiato sopra. Sul divano, tutto spostato da un lato, un uomo grasso e nudo se ne stava stravaccato davanti a un’ immaginaria tv. Anche l’uomo era di sabbia, anzi, era un tutt’uno col divano. Aveva un pistolino di proporzioni minime e un ciuffo vistoso, che gli copriva integralmente la fronte. Questo giustificava la scritta “@ real Donald Trump “, che il tizio ridanciano aveva tracciato sempre nella sabbia, insieme a una richiesta di obolo.
La gente si affacciava dal lungofiume e stava lì per qualche secondo a guardare, nel freddo gelido di un gennaio 2017 londinese partito secco e brillante come una fucilata. Arrivavano seri seri, intabarrati nei cappotti, buttavano un occhio, scoppiavano a ridere e finivano per tirare delle monete al tizio, che ringraziava scappellandosi con gesti teatrali.
Le ragazze poi, ridevano come matte. Quella in primo piano a sinistra, vedete, starnazza come una gallina, palesemente esaltata dal mini pistolino del similTrump, dandosi grandi gomitate con le amiche. Non se ne andavano più quelle tre, ogni volta che sembrava avessero esaurito la scorta d’ilarità una nuova cascata gutturale esplodeva, e via di seguito.
Ora, servirebbe un bel finale per questa faccenda, che rischia di rimanere appesa così, senza capo né coda.
Però non c’è nessun finale. E’ una storia di passaggio, come il sole che colpisce la cupola di St. Paul’s, le gru e i grattacieli sullo sfondo. Che se ne fottono altamente del tizio ridanciano, del pistolino di Trump e anche delle ragazze allegre, perché loro stanno dall’altra parte del Tamigi e lì è tutta un’altra storia.
Sempre di passaggio però, perché le storie sono tutte così, a pensarci bene.
Buontemponi Donald Trump Londra