La mia prima badante era una bella ragazza espansiva e sicura delle sue capacità; purtroppo si era fatta gonfiare le labbra, ma l’intervento non era riuscito bene e la prima cosa che si notava era questa bocca enorme con la quale faceva fatica anche a parlare. Chi la vedeva per la prima volta mi chiedeva: «Ma cosa le è successo?».
Lei prese subito possesso della casa, non si interessava granché a me, ma questo non mi dispiaceva.
La cosa fastidiosa era che teneva sempre l’auricolare del telefonino e parlava ad alta voce praticamente giorno e notte. Mi riusciva difficile concentrarmi nella lettura, ascoltare musica, seguire la TV. Inoltre, senza volere, venivo a conoscenza di tutti i fatti suoi, e gli altri dei miei, perché faceva la cronaca di tutto ciò che succedeva.
Ero ancora inesperta su come ci si comportasse con le badanti e non volevo essere noiosa con una persona che aveva tanti guai, un marito alcolista che non lavorava e pretendeva tutti i suoi guadagni, ma che lei non mollava perché ne era ancora innamorata. E poi dovevo resistere solo il mese di agosto.
Dopo la prima settimana, arrivò con il suo cagnolino: un bel barboncino bianco, molto vivace. Mi opposi al fatto che il piccolo animale facesse i suoi bisogni sul terrazzo come lei aveva proposto. Peggio per me: dovendo portare il cane in strada, spariva tre o quattro volte al giorno.
Di notte, siccome io non potevo andare in bagno da sola, la chiamavo. Naturalmente il cane sentiva per primo e abbaiava svegliando tutto il vicinato che così poteva sapere quando facevo la pipì.
Una notte che aveva bevuto una birra di troppo, accadde un fatto curioso che sarebbe potuto diventare un grosso guaio. Non avendo aperto in modo corretto il divano letto nel quale dormiva, facendo effetto fisarmonica questo si richiuse con lei dentro.
Il gran botto, il cane che abbaiava e il suo farfugliare mi costrinsero ad andare a vedere cosa stesse succedendo, sfidando la possibile caduta notturna per cui avevo assunto una badante.
La situazione, se non fosse stata drammatica, sarebbe stata ridicola. In qualche modo ne venimmo fuori. Ma chi era la badante e chi la badata? Si stavano invertendo i ruoli.
Le amiche rimaste in città che venivano a trovarmi erano sempre più preoccupate di lasciarmi con un simile personaggio, ma finalmente agosto finì. Finì anche il nostro rapporto.
Non la rividi più.
Le auguro una vita felice e un altro tipo di lavoro.