Un’amicizia
di Silvia Avallone [Rizzoli ed.]
Recensione di Costanza Firrao
“La vita ha davvero bisogno di essere raccontata, per esistere?” Si conclude così l’ultimo romanzo (Un’amicizia) della scrittrice e poetessa piemontese Silvia Avallone già nota per il precedente “Acciaio” che nel 2010 si piazzò secondo al Premio Strega. A dispetto di quanto scritto in apertura, pare che sì, che la vita debba essere raccontata: le vicende di Elisa e Bea vengono infatti sviscerate partendo dall’adolescenza delle due ragazze, dal 2000 per la precisione. Elisa ha 14 anni, è timida, piccola di statura e piena di lentiggini, è incazzata col mondo, soprattutto col padre, uno strambo professore fissato col futuro telematico prossimo venturo. La rabbia della ragazzina è stata provocata dalla decisione materna di spedirla a vivere col genitore, sradicandola dall’amata Biella, in cui la madre – donna fragile e controversa – e il fratello che si fa di canne, sono invece rimasti. Elisa odia la cittadina balneare toscana (chiamata T) in cui è costretta a convivere con il padre e solo l’incontro casuale con Beatrice le fa considerare in modo differente la sua “prigionia”. Beatrice, detta Bea, è l’opposto di Elisa: alta, estroversa, occhi verde smeraldo; anche la sua famiglia è diversa, accampa frequentazioni alto-borghesi e la madre ha investito nella figlia tutte le sue speranze perché diventi un giorno ricca e famosa. Il rapporto tra le due ragazze si consolida negli anni del liceo, l’una infagottata in abiti extra large, l’altra strizzata in golfini scollati e minigonne; Elisa dedita alla letteratura (Morante in primis), Bea all’immagine. Nel libro della Avallone c’è proprio questo iato tra nutrire il sé con la lettura, la scrittura, la cultura e, viceversa, mettere al centro della propria vita il sé esteriore, la cura ossessiva del corpo e del viso con cui imbrigliare la curiosità degli altri. Un rapporto contraddittorio e altalenante che col passare degli anni e il sorpasso del web e dei social sulla dimensione privata, si fa sempre più conflittuale. Le ritroviamo, anzi ritroviamo solo lei, Elisa, alle soglie del giorni nostri, ormai più che trentenne, a raccontare la storia di un’amicizia passata con impeto, nostalgia e rabbia. O forse a continuare una storia diversa, e sperimentare un’amicizia in tutte le altre forme possibili.
Un’amicizia
di Silvia Avallone
[Rizzoli ed. 2020]