Undici novembre San Martino

Ormai si festeggia tutto, la mamma, il papà, il nonno, il primo dentino, la prima cacca nel vasino, il primo giorno di scuola ecc. Pochi sanno che si festeggiano anche i cornuti. La figura stessa di costoro è un “porte bonheur” così un giorno si stabilì che l’11 novembre li si festeggiasse. La concomitanza con l’apertura delle botti che da euforia e ubriacatura era l’ideale per festeggiare una cosa triste in allegria. C’è un comitato segreto in ogni posto che manda gli inviti per la sfilata: la 1^ fila a quelli più noti e contenti e poi gli altri, ma sempre cornuti. Il gonfalone, segno distintivo assoluto, lo porta chi negli ultimi anni ha sempre mantenuto le posizioni. E la sera a bere e, se possibile, dimenticare. Auguri a tutti e comportatevi bene, vedrete che un invito il prossimo anno arriverà anche a voi.

Dimenticavo. Se qualcuno stamattina vi fa gli auguri e non vi chiamate Martino, accettateli. Lui sa qualcosa che a voi sfugge. (aq)

Cenni storici
“Una delle supposizioni più solide lega la nascita della festa dei cornuti alle fiere del bestiame: molti animali presenti erano dotati di corna e inoltre uno dei nomi del maschio della capra, o della pecora, è proprio becco. Dal punto di vista delle parole, insomma, il collegamento c’è. In sostanza, gli uomini partecipavano a
questi eventi lasciando le mogli a casa. Durante i giorni di fiera (oggi meeting o viaggi di lavoro) il vino scorreva a fiumi e di conseguenza i comportamenti licenziosi diventavano più frequenti. Dunque, cornute sarebbero state le donne in attesa del ritorno dei mariti. O anche questi ultimi, impossibilitati a tenere d’occhio le consorti e quindi traditi “a causa delle corna delle bestie”. Non è chiaro quale delle due versioni sia la più giusta.”
“Secondo un’altra ricostruzione, la festa dei cornuti sarebbe da ricollegare ai riti pagani del Capodanno celtico, che si concludeva proprio a ridosso dell’11 novembre e che prevedeva celebrazioni promiscue e senza freni. Anche in questo caso, i frequenti tradimenti avrebbero saldato un collegamento mentale con il corno potorio, cioè il corno di un bovide utilizzato come recipiente per bere.
Ultima suggestione: alcuni sostengono che la festa dei cornuti è in qualche modo legata alla Kabbalah. L’immagine delle corna richiamerebbe infatti il numero 11, che a sua volta è riferibile ai termini Dibah (pettegolezzo, calunnia) e Zad (malvagio, insolente).” (dalla rete). Insomma, uomini e donne di chiesa, San Martino di Tours non c’entra niente con queste storie appiccicose.

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