Primo romanzo di Guy de Maupassant, Une vie, comparve nel 1883 come romanzo d’appendice e poco dopo in volume. Ambientato in Normandia nel 1819, narra la vicenda di Jeanne, dalla prima giovinezza all’età matura. Il regista francese Stèphane Brizé (suo il bellissimo La legge del mercato) squaderna il romanzo di de Maupassant e lo traduce in un film che s’intitola allo stesso modo.
“Jeanne c’est moi”, ha dichiarato il regista parafrasando Flaubert e precisando di aver impiegato 20 anni per la realizzazione dell’opera. Con piani lunghi che inquadrano i paesaggi campestri e marini di Normandia e un formato 4:3 che costringe il volto della protagonista nella sua gabbia esistenziale, il film di Brizé è un delicato affresco della figura femminile agli inizi dell”800.
“Jeanne c’est moi”, ha dichiarato il regista parafrasando Flaubert e precisando di aver impiegato 20 anni per la realizzazione dell’opera. Con piani lunghi che inquadrano i paesaggi campestri e marini di Normandia e un formato 4:3 che costringe il volto della protagonista nella sua gabbia esistenziale, il film di Brizé è un delicato affresco della figura femminile agli inizi dell”800.
L’iniziale joie de vivre di Jeanne, unica figlia di una coppia di benestanti nobili di campagna, viene presto incrinata dalla svolta che prende la sua vita. Che riviviamo in flash back che spostano indietro e avanti la vicenda, accompagnati da suoni e parole che spesso anticipano il vissuto. O dal flusso poetico dei pensieri di Jeanne che fanno da cornice ai suoi stati d’animo. Imprigionata negli schemi dell’epoca, l’anti-eroina di de Maupassant è troppo ingenua e fragile per ribellarsi allo schema obbligato figlia devota/moglie accondiscendente/madre amorevole. Tutti mentono – dice sconsolata al parroco in confessione, aspettandosi parole di conforto che non arriveranno mai.
Nomination ai Cesar 2017 come miglior attrice, Judith Chemla (La casa delle estati lontane) è Jeanne. Poco più che trentenne la Chemla riesce ad esprimere pudica felicità e sconforto abissale, a incarnare la giovinezza e la maturità estrema. Tutte le sfumature di Una vita, che può essere né bella né brutta, semplicemente una vita.
Nomination ai Cesar 2017 come miglior attrice, Judith Chemla (La casa delle estati lontane) è Jeanne. Poco più che trentenne la Chemla riesce ad esprimere pudica felicità e sconforto abissale, a incarnare la giovinezza e la maturità estrema. Tutte le sfumature di Una vita, che può essere né bella né brutta, semplicemente una vita.
Une vie – di Stèphane Brizé (Francia-Belgio 2016) – Versione originale sottotitolata in italiano – uscita 1 giugno 2017