Vacanza

Puntualmente, come ogni anno, avevo preparato sul mio letto tutti i completi da mettere in valigia. Amavo abbinare i colori. Una precisione maniacale. Nella mia vacanza non doveva mancare nulla, preparavo sempre una sintesi meticolosamente selezionata dell’armadio e dei tre cassettoni del robusto e bianco comò, pronta ad accomodarsi tutta ben piegata nella mia profonda valigia.
Ricordo che ne parlai anche allo psicologo, che con attenta e fine intuizione del mio animo e della mia mente, si limitò a dire: “la tua valigia deve contenere sogni, desideri, fantasie e sospiri”.
Sembra retorica, ma in realtà tutte queste sensazioni astratte vanno a materializzarsi in ciò che ci portiamo dentro e dietro.
Le vacanze erano e dovevano essere l’evasione dalla quotidianità, la fuga verso il non ancora visto e vissuto.
Ah dimenticavo, il cappellino di paglia. Avvolto in un sacchetto di nylon, riposto nell’ultimo scaffale in alto nell’armadio. Un po’ démodé in realtà, lo so, dovrei acquistarne uno nuovo, ma appartiene come un fedele compagno di viaggio a quel tocco finale della mia immagine estiva, che sembra dire amo l’ombra, in tutti i sensi.

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