Vi presento Toni Erdmann

Proiezione gratuita allo Spazio Oberdan, luogo di cultura milanese. Pochi sanno però che il film dura quasi tre ore e che è in lingua originale con i sottotitoli in italiano.
Vi presento Toni Erdmann” della regista tedesca Maren Ade – unica donna in lizza per gli Oscar 2016 – ha vinto molti premi (1 candidatura all’Oscar, 1 ai Golden Globes, 1 ai Bafta, 1 ai Cesar e 6 ai London Critics più il premio della Critica internazionale al Festival di Cannes) e se li merita tutti.
Winfried è un professore di musica in pensione che vive isolato, a parte la compagnia del vecchio cane ormai cieco. Pochi gli impegni: la mamma anziana da andare a trovare e la sua ex-scuola dove si presta a piccole recite in costume. Perché Winfred è un mattacchione e ama travestirsi. Gli basta poco per trasformare il suo viso serio e pacioso: una dentiera mobile che gli dona un sorriso sgangherato, a volte una parrucca nera da vecchio beatnick.
Ha un matrimonio alle spalle e una figlia, Ines, giovane donna in carriera, che Winfried non vede quasi mai, perché sempre troppo occupata e perché da un po’ lavora a Bucarest. Ed è proprio nella capitale rumena che il professore decide di andare a passare una breve vacanza. Piombando come una scheggia impazzita nella rigida esistenza di Ines.
“Un padre così non lo avete mai visto” recita la locandina del film. E, guardando quella montagna d’uomo, i suoi trucchi, la sua traboccante espansività, il suo candore, la sua propensione per gaffes colossali, non potrebbe essere altrimenti.
Tra battute esilaranti – ho assunto una sostituta come figlia che però sa tagliare benissimo le unghie dei piedi – situazioni grottesche, momenti toccanti, il film fila via nonostante la lunghezza.
L’interprete austriaco Peter Simonischek (miglior attore europeo agli Awards) è bravissimo nella sua straripante recitazione. Il suo personaggio, brusco e dolce, folle e saggio al tempo stesso, suscita risate e commozione.
Sandra Hüller (anche lei miglior attrice europea agli Awards) è Ines, tutto il contrario del suo ingombrante genitore. Secca e inflessibile come la Frau Blücher di Frankenstein Junior, il suo lavoro è “tagliare” teste. Resta la belva che sei – la sprona il suo capo.
Il confronto e lo scontro tra due generazioni, due modi di vivere e di sentire opposti sono il nocciolo del film. Che, senza alcuna pretesa moralistica, riesce a esprimere qualcosa di diverso e di rivoluzionario nel panorama della cinematografia europea.
Il personaggio di Winfried/Tony (la doppia identità si svelerà nell’andamento della trama) è uno di quelli che restano dentro e che difficilmente si dimenticano.

Vi presento Toni Erdmann” di Maren Ade (Germania- Austria 2016)

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