Via dei ciclamini 23

Dopo accurati calcoli e misurazioni posso finalmente dire che io non esisto.
Come quell’isola fantasma che sbuca dal mare secondo il vento o le maree. Io non l’ho vista, ma qui era e non c’è più.
Io cammino rasente ai muri, mi appiattisco sullo sfondo, non rispondo al campanello.
Ieri sono morta per sbaglio, non era la mia ora, ma tanto io non esisto.
Che morte strana, quella vecchia balorda mi aspettava dietro la porta e ha fatto buhuu come nei fumetti. Devo segnarmi la data casomai mi servisse.
Sono andata a fare la spesa e ho messo nel carrello tanta roba, prosciutti salmone frutta esotica poi alla cassa nessuno mi guarda, la cassiera parla con la tizia dietro di me, sono trasparente, forse perché non esisto. Poi vado alla stazione ma non ho biglietto né soldi, metto le mani nelle borse nelle tasche della gente. Trovo soldi bigliettini d’amore: ti aspetto sempre vieni da me via Dei Ciclamini 23. Rubo una bici e pedalo verso la via fiorita e suono, dlin dlon non sono nessuno. Dlin dlon apri la porta sono io, se mi aspetti sono io, non esisto non sono nessuno, ma se mi aspetti divento qualcuno. ❤️

 

3 commenti su “Via dei ciclamini 23”

  1. Maria Teresa Trappoli

    È un racconto apparentemente ironico. Breve come un lampo, pungente come una freccia. La frase ” se mi aspetti divento qualcuno” è struggente, un colpo al cuore!
    Brava Rita

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