Caro Presidente,
dimostri nei fatti di non essere comunista! Non ci riservi il trattamento di altre coppie favolose della storia come Ben e Claretta, Pavolini e Doris Duranti, l’eroe della mai abbastanza compianta X Mas Osvaldo Valenti e l’imperitura attrice di Salò, Luisa Ferida. Io mi sento ferida, Presidente, da questi arresti domiciliari del mio uomo, del mio eroe, che ora gira come un ectoplasma nella villa ove mi diè sì spesso prova delle sue italiche virtù!
Debbo essere solo la mesta concubina del virile protagonista di cotante gesta, ora spento dalla protervia di una magistratura prona al Kgb? Miserabile sarebbe il nostro Natale senza la visita dei camerati, della Mamma, delle garrule ancelle amazzoniche che con me combatteranno per il Duce Nostro financo nel Ridotto Alpino di Cortina.
No, Presidente, non si uccidono così un Uomo, Una Famiglia, Un’Idea. Non con due ore d’aria per trascinarsi al tristo shopping natalizio di marsupi di coccodrillo in via Montenapo, dopo aver apposta firma al piantone della soldataglia CCCP in fronte a quello che fu il glorioso maniero di ben più fulgide imprese.
Ricordi l’amnistia Togliatti, Presidente, non continui a covare in petto l’astio verso i veri eroi che soli, fra le lagrime delle loro donne, sopportarono il ludibrio di un paese in balia delle masnade comuniste.
Conceda dunque A Noi la Grazia per continuare la nostra lotta d’eroi ed eroine che da sempre si autoimmolano per la rifondazione di un vero imperium, di una imperitura gloria, d’un sole che sorga libero e giocondo sui colli fatali di Roma.
Ci doni, umile, la grazia di poter tornare ad essere più belli e più superbi che pria.
Orgogliosamente mai sua (come mai fui di Berlusconi, ma sa poi cosa non si fa per la Causa… )
Daniela