VITA DA SOCIAL Ep.3

Il ban e i tag

Anche voi come me vorreste escludere dalla vostra vita gli inopportuni, e importuni? Impedire agli indesiderati di metter becco nelle vostre cose, di impicciarsi di cosa fate o non fate o dite?
Bene. Non potete.
Non nella vita reale, dico. Ma sui social sì. Sui social non perdete tempo a dolervi, arrabbiarvi, contrariarvi per interlocutori che non interloquiscono ma pontificano, inveiscono, insultano. Un bel ban e non ci si pensa più. Click. Che bello è?
Così amato che la gente ormai, anche fuori dai social, usa bannare. Anche se ritengo che lì, nella ‘vita vera’, sia preferibile continuare a bandire. Non bannatemi.
Il tag è invece una citazione – non in giudizio. Richiama l’autore o il partecipante di scritti o fotografie. A volte è usato come invito all’interazione intorno a un dato argomento. Il tag può essere gradito o invadente secondo il contesto, il momento, il mittente. Anche per quello vale quanto detto sulla privacy: possiamo decidere chi, quando, come, se.
Del tag sarebbe comunque sempre bene non abusare, perché il tag è come il pesce, dopo tre post puzza.
Postilla di Aglaja: chi di tag ferisce di ban perisce.
Alla prossima puntata.

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