Volare leggera come una farfalla

Caro Stefano, non è di problemi di cuore che vorrei scriverti, anche se il muscolo cardiaco viene comunque sollecitato da forti emozioni.

Vorrei scriverti di grandi delusioni, di speranze e sogni infranti, di progetti di vita spenti in un attimo, paf, svaniti nel nulla.

E di quella contrazione allo stomaco, di quel peso sulla nuca e sulle spalle come se dovessi caricarti il mondo intero. Di quel buco che non riesci a riempire, nemmeno con la vicinanza e l’affetto di parenti e amici. So di non essere spiritosa e non voglio affliggere te e i lettori di questa versatile Rivista con la mia fulminante depressione, ma ho proprio bisogno di un consiglio, di un conforto anche volatile a questi miei affanni. So, sento che hai la sensibilità per farlo.

Resto in attesa di un tuo cenno. Grazie.

Tua devota lettrice

 

Cara devota lettrice,

Conosco il male oscuro che ti sveglia all’alba e non ti lascia più, e le lacrime improvvise che arrivano senza bussare, con la convinzione che la vita non ti regalerà nessun’altra possibilità. Eppure non sarà così, perché nascosta dentro di te c’è la certezza che il domani, qualunque esso sia, sarà ancora pieno di scoperte e sorprese e che molto presto il fiato ti mancherà per lo stupore, e le nuove lacrime avranno il sapore di una gioia nuova. Le delusioni sono figlie di quelli che sono stati I tuoi ideali, i sogni infranti sono state battaglie che hai combattuto per un destino di civiltà nel quale hai creduto con tutta te stessa. È questa la vita, mia cara amica, questo ridere e piangere, soffrire e gioire, vincere e perdere e continuare a crederci perché un giorno quello stupido male che oggi ti sembra non debba mai passare, sarà soltanto un ricordo sbiadito dal tempo, che ti avrà resa ancora più forte e più sicura di te stessa. Ti auguro tutto il meglio e sono certo che il nuovo è già lì, pronto a prendere il volo.

Ditelo al cuore,

Tuo Stefano

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