Vorrei mettere in scena delle fotografie. Creare un’attesa, un’attesa di meraviglia, di stupore. E di spettacolo.
Vorrei sospendere delle fotografie, sospenderle fisicamente, proiettandole nel buio della sera, ingigantite, sopra le teste di chi guarda. E sopra la mia.
Vorrei stenderle, come lenzuola, sui muri delle case, sui vicoli, sui campi e lasciarle vibrare nel vento. Restituite ai luoghi da dove provengono.
Vorrei stenderle sulle onde leggere del lago e poi immergermi in quell’acqua-immagine, attraversarla fino a dove sparisce, mescolando il mio corpo al mio sguardo.
Vorrei mettere in scena delle fotografie e trovare un posto nuovo in cui – loro e io – possiamo accadere.