W l’Islanda

Cari isolani fieri, cari vichinghi, cari islandesi, bel paese pieno di diritti, nel quale vige la parità dei sessi e dove nessuno è discriminato, immerso in una natura celestiale e fenomenale, giovane e moderno, rispettoso e essenziale. Un paese che ha più lettori di chiunque altro, dove risuonano le note ghiacciate di Bjork e Sigur Ros e nascono scrittori come Audur Ava Olafsdottir, sì perché in Islanda i cognomi finiscono tutti in son e dottir, figlio e figlia di, preceduti dal nome proprio del genitore.
L’Islanda ha una nazionale di calcio, composta da autoctoni e emigrati nel calcio che conta che sono un tutt’uno, niente stelle e campioni, ma uno spirito indomito che li spinge ad aiutarsi l’un con l’altro, sempre. Abituati a un clima volubile e freddino, i giocatori islandesi sono andati in ritiro per un mese per acclimatarsi al caldo, lavorando sodo e con serietà.
Non hanno pettinature alla moda, non vivono di stereotipi ma di libertà. Teste calve, capelli sulle spalle o in una coda, barbe rosse o ben rasati danno sempre l’idea di divertirsi con orgoglio, sanno che ad aspettarli a casa ci sono tutti i 300.000 abitanti della loro isola. Sono veri marcantoni, una stazza fisica impressionante ma hanno anche velocità e tecnica e soprattutto umiltà. Nessuna primadonna, solo qualche giocatore che spicca senza isterismi.
Ai Mondiali sono in un girone difficilissimo e chissà se riusciranno a non essere eliminati ma se si qualificheranno risuonerà lo stesso fragoroso urlo che sugli spalti i tifosi intonano: il canto del geyser, tanto primitivo quanto travolgente, proprio come la bolla che si forma nelle pozze, acqua ribollente che si prepara a esplodere verso l’alto con un getto potentissimo. La superficie turchese nell’incavo del geyser si incurva, più volte, si gonfia e rigonfia, e chi guarda trattiene il respiro. Quando la magica semisfera del ribollire acquoso prorompe come una fontana che sembra toccare il cielo si scatena la gioia. In quel momento, nazione e nazionale si uniscono, nel segno degli elementi più puri.
E allora facciamo il tifo per questi giocatori vichinghi, per il loro portiere che di mestiere vero fa il film maker ma sa parare un rigore con un tuffo degno della Blue Lagoon, piscina naturale vicino a Rejkiavik, da dove si esce più giovani. Magari è questo il segreto, il connubio felice di uomo e natura.

Per saperne di più sull’Islanda: Siamo state a Kirkiubaerklaustur, viaggio in Islanda, Valeria Viganò Neri Pozza, tascabile Beatedizioni

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