Whitney Houston

Pensi alla speranza, filo fragile che si srotola oltre noi stessi e cuce, finito, i nostri anni.
E al talento. Una voce che naviga le armonie come onde perfette e fa apparire la complessità semplice. Facile come un dito che disegna su una finestra ghiacciata.
E freddo. Lungo la schiena, nonostante la distanza tra la propria  storia e quella che si è snodata altrove. Conclusa galleggiando nell’acqua.
Un essere umano che ha cercato il cortocircuito dello stordimento chimico per riannodare la propria esistenza.
Ricordi la voce morbida, il sorriso fanciullesco, la grazia del corpo sinuoso e sembra che non ci sia speranza per nessuno.
Dimenticando che il talento è a volte un’ipertrofia dell’anima. Una bolla luminosa che incanta, speculare a piccoli vuoti sovrapposti, incombenti, mai risolti.

 

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