“Ogni venerdì arrivavano gli zingari...Vivevo nel terrore panico, pensavo che rubassero i bambini ed ero convinto che avessero messo gli occhi su di me… Arrivavano come una vera tribù. Nel mezzo, a testa alta, il patriarca cieco, un bellissimo vecchio dai capelli candidi che camminava molto lentamente… Avvistato il vecchio, mi mettevo a correre urlando con voce stridula Zinganas! Zinganas!…Tutto quello che ricevevano scompariva nei grandi sacchi, solo i bambini avevano il permesso di sgranocchiare dolciumi che gli erano stati regalati… io ero stupito di quanto fossero affettuosi con i loro bambini, non avevano per nulla l’aria dei rapitori di bambini”. Così scriveva lo scrittore di origine ebrea Elias Canetti, nel libro autobiografico “La lingua salvata” (1977). La diffidenza nei confronti degli zingari, rom, sinti, gitani è atavica. Accusati in passato di satanismo e stregoneria, internati nei campi di sterminio nazisti (ne morirono oltre 200.000), discriminati ancor oggi nel mondo (l’Italia è il paese più “antizigano” d’Europa) perché “ladri, criminali, portatori di infezioni e pericolosi per la sicurezza” sono oggetto di frequenti episodi di intolleranza e di razzismo. Ultimo in ordine di tempo la rivolta di alcuni abitanti di Torre Maura (periferia di Roma) guidati da un manipolo di fascisti di Forza Nuova e Casapound, contro il trasferimento di alcuni Rom nel centro d’accoglienza di proprietà del Comune.
Settanta persone, tra cui 33 bambini e 22 donne, alcune incinte, sono state aggredite, prese a spunti in faccia, il pane a loro destinato è stato calpestato. “Gli zingari non li vogliamo, devono morire di fame…”. Anche i piccoli Rom che frequentano la scuola vicina mescolati agli altri bimbi del quartiere, ai vostri figli? Pare di sì, perché l’odio non si ferma davanti a niente, non c’è vecchio, donna o bambino che tenga. Un odio accresciuto dalla povertà degli uni e dall’estrema povertà degli altri. “Viviamo in questo appartamento da 41 anni – racconta Anna, che di anni ne ha 88 -. Prendo 600 euro di pensione al mese, il soffitto del bagno mi sta per crollare in testa. Quando chiamo il Comune, mi tengono in attesa un tempo infinito e ora mantengono questi rom”. Gli hanno acceso persino i termosifoni – racconta un altro.
L’8 aprile si celebra la Giornata Internazionale dei Rom e, anche se per loro c’è ben poco da festeggiare, c’è una ricca filmografia che li riguarda e che mi piace citare: da Un’anima divisa in due di Soldini a Il tempo dei gitani di Kusturica, allo splendido Il concerto del rumeno Mihaileanu in cui il violinista zigano suona con virtuosismo un pezzo che ti spacca il cuore.
Costanza Firrao